
Man mano che ci avviciniamo al termine dell’anno, appare sempre più chiaro come il settore dei mutui per l’acquisto di immobili stia consolidando il suo trend negativo, come peraltro evidenziato dai recenti dati del Barometro Mutui CRIF. In particolare, nei primi tre quarti dell’anno si è notata una flessione notevole del 19,4% nelle richieste di finanziamenti per l’acquisto di case rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una tendenza che ha mostrato segnali di miglioramento solo nelle ultime settimane.
Verso la fine dell’anno, dunque, non si esclude che possano intravedersi alcune evoluzioni positive. Un esempio di ciò è il miglioramento osservato a settembre, che ha visto il deficit scendere a -9,2% su base annua, abbandonando così la doppia cifra dei mesi prima. Per quanto riguarda le varie tipologie di mutui, si è registrata una riduzione del 17,3% per le surroghe e del 24,9% per i nuovi contratti.
Tutto ciò premesso, nonostante un generale calo nelle domande, l’importo medio sollecitato per i mutui nei primi nove mesi è rimasto pressoché stabile, calando di soli lo 0,3% su base annua e attestandosi a circa 144.162 euro. Anche in questo caso, i dati più recenti portano una nota positiva: a settembre si è infatti registrato un aumento dell’1,2% su base annuale, segno di una possibile inversione di tendenza nella parte finale dell’anno.
Osservando i dati ancora più da vicino, emergono numerosi segnali che suggeriscono come le famiglie italiane abbiano rallentato le richieste di mutui a fronte della crescita dell’inflazione e delle incertezze geopolitiche globali. Pertanto, diventerà cruciale per le banche, nei mesi a venire, focalizzarsi sulla sostenibilità e la solidità dei finanziamenti concessi.
Esaminando poi la distribuzione dei mutui per fasce di importo, si evidenzia che, nei primi nove mesi del 2023, la maggioranza delle richieste (circa il 30%) si è concentrata nella fascia tra 100.000 e 150.000 euro. Seguono poi i finanziamenti tra 150.000 e 300.000 euro, con una percentuale del 25,9%, e quasi il 40% delle domande per importi inferiori ai 100.000 euro. I mutui oltre i 300.000 euro rappresentano una quota minore, il 5,1%.
In termini di età dei richiedenti, il segmento dominante (60,9%) è rappresentato da persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni. I richiedenti tra i 45 e i 64 anni costituiscono il 33,4%, mentre la fascia under 25 è solo il 3,6%. Guardando alla durata dei finanziamenti, si nota una netta preferenza per piani di ammortamento che superano i 15 anni, scelta dal 80% dei richiedenti. Una tendenza che sottolinea l’inclinazione delle famiglie italiane a optare per soluzioni dilazionate, allo scopo di minimizzare l’impatto delle rate mensili sul bilancio familiare, distribuendo il debito su un arco temporale più esteso. Il 35,8% dei mutui ha una durata tra 25 e 30 anni, mentre solo l’8,9% eccede i 30 anni.
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