
I dati del secondo trimestre 2022 forniti dalla Bussola Mutui CRIF recentemente pubblicata confermano il mutamento del mercato italiano, con una forte evoluzione degli indici di riferimento e lo spostamento delle preferenze degli italiani verso un maggiore indebitamento a tasso variabile.
Crescono gli indici di riferimento
Soffermandoci per qualche istante sul primo dei due temi sopra preannunciati, si noti come l’IRS (il parametro di riferimento su cui si calcolano i tassi finiti per i mutui a tasso fisso) sia salito ai massimi livelli da 8 anni a questa parte.
Più nel dettaglio, l’IRS di durata pari a 20 anni è passato dall’1,10% medio di marzo al 2,22% medio di luglio, con IRS a 20 anni che dopo aver toccato il 2,58% di fine giugno si è progressivamente stabilizzato al 2,10%.
Parallelamente, l’indice Euribor a 3 mesi è tornato sui valori positivi dopo 7 anni di valori negativi.
Il tasso variabile conquista un quarto delle richieste
A sorprendere, almeno parzialmente, è la crescita dei mutui a tasso variabile in un contesto di tassi crescenti. Dalle rilevazioni effettuate dalla Bussola Mutui, infatti, emerge come il tasso variabile abbia assorbito il 18% delle richieste, a cui aggiungere un altro 7% di variabile con CAP.
Alla luce dei significativi incrementi dei tassi fissi, una parte crescente dei nuovi mutuatari ha valutato con maggiormente conveniente il ricorso al mutuo a tasso variabile, scommettendo evidentemente sul fatto che i tassi Euribor aumenteranno in modo graduale e moderato nei prossimi anni, e lasciando al tempo stesso aperta la porta per una surroga verso il fisso.
L’andamento delle compravendite residenziali

All’interno della Bussola Mutui CRIF c’è anche stato lo spazio opportuno per aggiornare i dati sulle compravendite residenziali. Per CRIF, il rialzo dei tassi per il momento non sembra aver frenato lo sviluppo del mercato immobiliare che, di fatti, prosegue nel suo percorso di crescita.
Nel primo trimestre 2022, in particolare, le compravendite residenziali sono cresciute del 12% rispetto al primo trimestre 2021, con un dato che conferma la centralità del progetto casa e dei nuovi desideri abitativi da parte delle famiglie.
Per quanto poi riguarda i prezzi, il valore degli immobili prosegue la sua strada di sviluppo con gli immobili nuovi che accelerano dell’8,3% su base annua nel primo trimestre 2022, superando così la prestazione dei valori degli immobili usati, + 5,8%. A livello consolidato, nel primo quarto dell’anno il prezzo al metro quadro degli immobili che sono stati oggetto di garanzia ipotecaria è cresciuto del 5,9%. Infine, sul fronte dell’andamento dei prezzi a livello territoriale, i maggiori incrementi si sono rilevati nel Nord Est e nel Sud e Isole, con aumenti rispettivamente pari al 6,4% e al 5,7%. Il Centro e il Nord Ovest sono invece cresciute in modo più lieve, rispettivamente del 4,7% e del 3,6%.
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